Diciottesima pagina Disabitare l’umano

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Esprimersi sulla violenza per difesa. La violenza la si infligge. E se viene inflitta vuole dire che qualcuno/a la subisce. Quando non viene scelta è sempre subita. Come si può stare nella sua morsa e nella continua umiliazione? Non sto smentendo che ogni forma di sopravvivenza è violenza perché è innegabile che lo sia. Mi riferisco alle forme umane di costruzione della violenza. Una violenza mirata, strategica che mortifica, degrada, rade al suolo la fantasia, l’originalità, la diversità, l’illuminazione e la libertà di cui ognuno/a è portatore/portatrice – oltre che il corpo in cui tutto ciò risiede.

Non ammette il confronto. Si nutre risucchiando tutto quello che non le appartiene e che non è capace di generare.

 

 

 

DISABITARE L’UMANO

 

Umana è la violenza

gli altri animali hanno l’aggressività non usano la crudeltà

esercitano la capacità predatoria

giocare con il topo da parte di un gatto

è mera disciplina

eclissi

stato di indifferenza

il regno vegetale avanza

per diffondere le sementi

la legittimazione della violenza umana

durante lo svolgimento degli atti nei corsi secolari

zona di confine

acquisizione di una idea di violenza facente parte di noi

distruzione parziale o totale

fisica dell’integrità della autonomia

dominante nella cultura

assimilazione in grado positivo

dispensare violenza

a ogni classe sociale a tutte le fasce di età

con sottigliezza

fino nell’invisibile

distruggere il rigenerante

lo scambio cellulare

anteporre la mortificazione

promuovere l’abuso

adozione della punizione

in fasci ordinati

scardinare la congiunzione

con le energie vitali

non avere possibilità

exempli gratia nella violenza si può solo morire

 

frelen

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