Esprimersi sulla violenza per difesa. La violenza la si infligge. E se viene inflitta vuole dire che qualcuno/a la subisce. Quando non viene scelta è sempre subita. Come si può stare nella sua morsa e nella continua umiliazione? Non sto smentendo che ogni forma di sopravvivenza è violenza perché è innegabile che lo sia. Mi riferisco alle forme umane di costruzione della violenza. Una violenza mirata, strategica che mortifica, degrada, rade al suolo la fantasia, l’originalità, la diversità, l’illuminazione e la libertà di cui ognuno/a è portatore/portatrice – oltre che il corpo in cui tutto ciò risiede.
Non ammette il confronto. Si nutre risucchiando tutto quello che non le appartiene e che non è capace di generare.
DISABITARE L’UMANO
Umana è la violenza
gli altri animali hanno l’aggressività non usano la crudeltà
esercitano la capacità predatoria
giocare con il topo da parte di un gatto
è mera disciplina
eclissi
stato di indifferenza
il regno vegetale avanza
per diffondere le sementi
la legittimazione della violenza umana
durante lo svolgimento degli atti nei corsi secolari
zona di confine
acquisizione di una idea di violenza facente parte di noi
distruzione parziale o totale
fisica dell’integrità della autonomia
dominante nella cultura
assimilazione in grado positivo
dispensare violenza
a ogni classe sociale a tutte le fasce di età
con sottigliezza
fino nell’invisibile
distruggere il rigenerante
lo scambio cellulare
anteporre la mortificazione
promuovere l’abuso
adozione della punizione
in fasci ordinati
scardinare la congiunzione
con le energie vitali
non avere possibilità
exempli gratia nella violenza si può solo morire
frelen